PEI – Osservazione diretta della classe

immagine di un insegnante di sostegno

Materiali utili per il PEI e per il tirocicio: l’osservazione diretta

Nel mio periodo di tirocinio iniziato nel giugno 2017 e concluso nell’ottobre 2108, ho concordato alcuni incontri con le mie tutor, la prof.ssa Cupello e la prof.ssa Cicoria, quest’ultima oltre ad essere una collega ricopre anche il ruolo di referente e coordinatrice del gruppo H.
Abbiamo preso visione della documentazione riservata di Federico, agli atti della scuola: PEI, PDF progetti didattici e documentazione sanitaria.
Per la predisposizione del PEI la collega mi ha riferito di aver raccolto una serie di informazioni a inizio anno, relative ad abitudini, preferenze, rifiuti, per avviare un progetto di inclusione che tenga conto anche degli spazi, dei sussidi e dei materiali che la scuola ha a disposizione.
Il PEI compilato in modo scrupoloso e preciso in ogni sua parte riporta i dati anamnestici da cui si evince la composizione del nucleo familiare costituito dal padre, dalla madre entrambi cinquantenni e dal fratello maggiore di due anni.
Il padre gestisce un’azienda agricola di proprietà, i figli lo aiutano saltuariamente conciliando in modo equilibrato lo studio ed il lavoro.
Le due tutor mi hanno informata della famiglia del ragazzo, che è molto presente ed ha un ruolo fondamentale nel percorso di inclusione del figlio.
La collega di sostegno mi ha riferito che, a parer suo, la madre è troppo protettiva, vuole avere sotto controllo la situazione, con lo scopo di proteggere il figlio, e di conseguenza lo soffoca senza rendersi conto di avere un atteggiamento controproducente.
La madre lo incentiva poco e male all’autonomia e lo spinge così a comportamenti infantili: talvolta il ragazzo si lascia andare a sfoghi e ad atteggiamenti insistenti e fuori luogo.
Ritengo che dovrebbe essere meno egocentrico e più disponibile nei confronti degli altri e riuscire a controllare meglio la sua ansia.
Il padre è presente, ma in modo meno ingombrante, lo avevo già conosciuto in occasione dei colloqui generali nel primo e nel secondo quadrimestre.
Mi ha domandato dell’andamento didattico e disciplinare del figlio, se avessi da fornirgli suggerimenti su come attivarsi al fine di superare alcune difficoltà e se fosse necessario un lavoro supplementare a casa. Si è inoltre informato sull’integrazione del figlio all’interno della classe e sulla gestione di eventuali conflitti con i compagni.
Con il fratello maggiore Pietro ha un buon rapporto, con me ne ha parlato usando parole affettuose, citandolo come un esempio da seguire, su cui contare e con il quale condivide molte passioni.
Nel PEI, oltre alla situazione di partenza, analizzata nei diversi assi affettivo relazionale, autonomia, comunicazione, linguistico, sensoriale percettivo, motorio prassico, neuropsicologico,, cognitivo, apprendimento, sono evidenziate le potenzialità residue, ovvero su come e su cosa lavorare per migliorare e ed essere più autonomo, per avere maggiore fiducia in sé.
Inoltre nel PEI è presente il contratto formativo ovvero gli obiettivi e i contenuti da perseguire, che sono comuni a quelli della classe; il metodo di lavoro che prevede l’ utilizzo di libri in formato digitale, di registrazioni video e audio, di file di appunti e di sintesi in formato digitale da ascoltare con un programma di sintesi vocale, la consultazione di schemi e formulari e le modalità di verifica, orali e scritte, alcune delle quali con glossari e formulari allegati.

Nel documento è inoltre presente l’organizzazione scolastica

Il ragazzo è seguito in tutte le discipline, tranne che in educazione fisica e non si avvale dell’insegnamento della religione.
Nel PEI è riportato lo schema orario con le ore in cui è prevista la presenza dell’insegnante di sostegno.
La stesura dei PEI, la sua approvazione e la sua verifica finale, è stato frutto di un lavoro di collaborazione che ha visto coinvolte diverse figure: l’insegnante di sostegno, la coordinatrice del gruppo H, il referente ASL, il Dirigente scolastico, i genitori dell’alunno e gli insegnanti delle diverse discipline.
La dottoressa Curzio, referente dell’ASL, non segue invece il ragazzo regolarmente.
Gli incontri con la stessa, sono stati due: uno all’inizio dell’anno ed uno per verifica finale.
Per quanto riguarda la realizzazione di progetti didattici per la classe si sono attuate molteplici iniziative come visite guidate a fiere del settore, seminari ed esperienze di stage e integrazione dei percorsi curriculari, a cui hanno partecipato, accompagnati dalle insegnanti di sostegno anche i ragazzi con disabilità.
Nell’Istituto vengono realizzati diversi progetti idi inclusione scolastica come ad esempio la mostra-percorso, sensoriale realizzata sotto la direzione degli insegnanti di sostegno dell’istituto, con l’aiuto e la collaborazione degli alunni e degli insegnanti del triennio. In tale percorso c’erano installate quattro postazioni interattive dove tutti i ragazzi hanno potuto sperimentare alcune suggestioni sensoriali: l’angolo meccanico, l’angolo elettrico, l’angolo moda e l’angolo di ortoterapia, creato quest’ultimo con le piante provenienti dalla cascina. Ogni installazione è stata progettata per creare suggestioni diverse che ben si legano ai progetti di inclusione promossi dall’Istituto.
Un altro progetto, dal nome Parco-life, ha visto coinvolti tutti gli alunni e ha portato alla realizzazione di piante ornamentali sospese.
Un altro ancora, denominato “SPECIALmente abili-valorizziamo le differenze” realizzato in collaborazione con le società cooperative sociali locali ha portato all’attivazione di un laboratorio in cui un gruppo di alunni dell’Istituto ha alternato momenti di volontariato con i ragazzi disabili, affiancandoli nelle attività sportive e accompagnandoli alle gare, a momenti di incontro nei quali progettare azioni di sensibilizzazione alla cittadinanza, per organizzare eventi e per progettare il ruolo dei volontari all’interno del progetto.
Ho svolto l’osservazione diretta di tirocinio, nella classe, nell’aula di sostegno, nel laboratorio di fisica ed in cascina dove si effettuano le esercitazioni pratiche.
L’osservazione nell’azienda agricola della scuola è avvenuta alla fine mese di giugno, dopo la conclusione dell’anno scolastico, nell’ambito di un progetto di gestione della serra e coltivazione dei terreni agricoli nel periodo estivo, basato sul lavoro di turnazioni giornaliere di piccoli gruppi di lavoro supervisionati da insegnanti esperti. La mia presenza ha destato subito stupore e curiosità da parete degli alunni, li ho informati che stavo frequentando un corso di specializzazione e che avrei dovuto fare delle osservazioni dirette con la classe per realizzare un lavoro che avrei dovuto poi presentare a conclusione del corso stesso.
Ho cercato di “disturbare il meno possibile”, osservando quanto accadeva nell’ambiente in una posizione strategica, ovvero collocandomi in un banco, in fondo alla classe, proprio per interagire il meno possibile.
Non volevo che la mia presenza influenzasse i comportamenti di colleghi e alunni e avrei cercato di essere il più possibile oggettiva, cosa non semplice considerato il rischio di distorsioni legate alla mia precedente conoscenza della classe, come insegnante di una materia tecnica.
Dopo la novità iniziale, comunque, le dinamiche e i comportamenti all’interno della classe non sono stati influenzati più di tanto dalla mia presenza.
La cosa che mi ha colpito maggiormente durante l’osservazione è stata la differenza di comportamento degli alunni con i diversi insegnanti.
A seconda del docente infatti, gli alunni si calibrano in modo diverso: alcuni insegnanti pretendono ed ottengono un comportamento rispettoso con un livello di concentrazione ed attenzione elevato, altri invece non riescono a ottenerlo e con loro alcuni allievi si comportano ancora in modo immaturo, con scarsa o limitata attenzione e talvolta con frasi o battute fuori luogo.
Anche durante le interrogazioni il clima cambia a seconda del docente: si passa dal silenzio assoluto, al borbottio di sottofondo, al disturbo e in casi estremi, con conseguenti e ripetuti richiami da parte del docente.
In generale gli insegnanti cercano un dialogo con le classe, si rendono disponibili a spiegazioni aggiuntive, concordano in anticipo le date delle verifiche scritte e orali in modo tale che gli alunni possano organizzarsi nel migliore dei modi.
Gli insegnanti delle materie hanno un buon rapporto con le insegnati di sostegno, in alcuni casi queste ultime effettuano ripassi e approfondimenti anche al di fuori della classe, sia con i ragazzi con diverse abilità sia con altri.
Nell’Istituto un’aula è adibita all’attività di sostegno per gli alunni con disabilità: sono presenti apparecchiature informatiche e materiale didattico di supporto.
Le insegnati di sostegno al di fuori della classe utilizzano per Pietro: libri in formato digitale, registrazioni video e audio, file di appunti e di sintesi in formato digitale da ascoltare con un programma di sintesi vocale.
Questa modalità di rinforzo è molto apprezzata dagli allievi che spesso richiedono di partecipare a tali recuperi perché ritenuti particolarmente utili.
Dal mio punto di vista è positivo che questa modalità di supporto sia estesa alla classe, in questo modo i ragazzi con diverse abilità non si sentono trattati in modo differente e si rendono conto che questa strategia didattica è gradita e apprezzata da tutti come una risorsa.
Le due insegnanti di sostegno concordano con gli altri docenti metodologie di intervento e di supporto da fornire durante le verifiche.
Pietro non gradisce che le insegnanti di sostegno gli stiano sedute vicino, se lo ritiene necessario è lui a chiedere il loro aiuto, richiamandole in modo discreto, senza disturbare le lezioni.
Pietro lavora con discreta costanza nelle materie che lo interessano ed è gratificato dai successi che raggiunge.
Globalmente consegue risultati sufficienti in tutte le discipline ed è puntuale nelle consegne perchè seguito dai genitori anche nello svolgimento dei compiti a casa.
Spesso riscontra difficoltà nella rielaborazione dei contenuti e nella corretta comprensione di concetti come pure in alcune procedure tecniche illustrate nelle materie di indirizzo.
Anche nell’attività pratica a causa della sua difficoltà visiva e dello scarso interesse nei riguardi di alcune discipline, il suo apporto è discontinuo e maldestro.
Sia durante le lezioni sia negli intervalli ho potuto notare un rapporto conflittuale con alcuni compagni di classe a causa del suo comportamento infantile; talvolta si lascia andare a sfoghi e atteggiamenti insistenti e fuori luogo con argomentazioni futili e di scarsa importanza, soprattutto con le compagne che sono sedute nei banchi dietro di lui.
Tende spesso a ingigantire i problemi e a fomentare le sue paure, è spesso poco sensibile alle conseguenze del suo comportamento e alle reazioni che può suscitare negli altri con il suo atteggiamento inadeguato.
In queste occasioni, un lavoro particolarmente prezioso è fornito dalle insegnanti di sostegno che cercano di far capire a Federico l’importanza del rispetto, dell’educazione e dei rapporti interpersonali.
Quando si trova in queste situazioni, Federico è incline a non ascoltare gli altri, bisogna quindi stimolarlo e invitarlo a ridimensionare le situazioni di stress che spesso sfociano in angoscia.
A causa dei suoi problemi di vista e cognitivi, tende ad assumere un atteggiamento chiuso, scontroso e spesso polemico.
La paura di non essere all’altezza lo porta a essere diffidente, poco generoso e a esultare dei suoi successi, anche sfidando alcuni compagni e sottolineando il loro, eventuale, risultato negativo.
I genitori tendono ad accontentarlo in tutte le sue richieste, ad esempio quelle relative all’abbigliamento griffato, che viene spesso ostentato facendo infelici paragoni con chi non si può permettere altrettanto.

Questo comportamento, ovviamente, non facilita la sua integrazione nel gruppo classe

Anche con i compagni più disponibili al dialogo tende ad essere monotematico e a non accogliere i punti di vista e gli interessi degli altri.
E’ poco disponibile anche a prestare del semplice materiale come righello, goniometro e cancelleria, ha un atteggiamento generale di chiusura ed è prevenuto.
Nonostante il suo modo di porsi, alcuni compagni di classe hanno imparato ad accettarlo, con i suoi pregi e difetti, e manifestano nei suoi confronti atteggiamenti positivi, in particolar modo il compagno di banco, Luca, che è in netta antitesi con lui, sia fisicamente, perché piccolo e gracile, ma anche come carattere in quanto disponibile e solare.
Luca manifesta nei suoi confronti un sincero affetto ed amicizia e si prodiga spesso per fornirgli aiuto e supporto.
Quando Pietro esagera, non subisce in modo passivo, ma lo riprende intavolando uno scambio di opinioni positivo e costruttivo, mai fuori luogo.
Quando durante una spiegazione si presentano le difficoltà legate ad esempio alla non conoscenza del significato di alcuni termini, non chiede chiarimenti al docente della materia, ma chiede supporto all’insegnante di sostegno presente, che giustamente lo invita a mettersi maggiormente in gioco e a manifestare, come avviene per gli altri compagni, i propri dubbi.
Questo puntualmente non si verifica per la sua paura di palesare le proprie difficoltà, e si traduce in uno studio mnemonico, che non costituisce un reale apprendimento.
La capacità visiva ridotta condiziona molto anche la sua capacità nel focalizzare i concetti fondamentali.
L’alunno legge con difficoltà, scrive pochissimo e non apprezza gli schemi esaurienti e le mappe che gli vengono forniti come supporto; perde spesso il senso globale di un argomento o il contesto.
Ha una limitata capacità di ascolto e memorizza solo dopo aver ripetuto più volte i concetti chiave.
Gli insegnanti lo spingono a collegare tra loro i concetti studiati e a non ripetere meccanicamente procedure e parole chiave senza capirne a fondo il significato.
I suoi timori di sbagliare si evidenziano anche nell’esposizione orale, in cui fatica molto, poiché focalizza a stento gli argomenti e tende a non organizzare in modo coerente quanto studiato.
Il suo rendimento anche se sufficiente è condizionato dalla sua povertà lessicale e dalla sua emotività.
Non presenta una capacità di giudizio critica nei confronti del suo apprendimento, e non si rende conto dei suoi limiti e delle sue lacune, attuali e pregresse, che influenzano i suoi apprendimenti futuri.
Deve essere continuamente seguito ed indirizzato su cosa fare e studiare, non è in grado di decidere in modo autonomo come organizzarsi anche perché, spesso, tralascia i contenuti più significativi
Non è molto attivo e partecipe in classe; le insegnanti che lo seguono devono continuamente sollecitarlo a prendere da solo gli appunti fondamentali o a registrare le lezioni quando loro sono assenti.
A volte durante le esercitazioni pratiche e nei momenti ricreativi si sposta con movimenti bruschi, scomposti e inavvertitamente urta i compagni o il materiale, non ha infatti una buona consapevolezza del suo corpo e del suo movimento nello spazio.
Per quanto riguarda l’attività pratica della cascina, ho notato come Pietro fosse entusiasta e propositivo e volesse effettuare i lavori indicati dall’insegnante. Questa sua concitazione spesso non canalizzata nel modo giusto, sfocia frequentemente in critiche o atteggiamenti che infastidiscono i compagni, i quali giustamente non accettano il modo sgarbato con cui si rivolge loro.
Anche se i docenti presenti cercano di fargli capire che lo stesso concetto potrebbe essere espresso con altri toni e in altro modo, la sua risposta è spesso un borbottio a basso tono e di critica nei confronti dei compagni.
In cascina la sua voglia di eseguire attività pratica non è sempre controllata e gestita in modo corretto, mi è capitato di vederlo calpestare un rastrello che era stato abbandonato a terra, probabilmente per incuranza di qualche compagno o da lui stesso, rischiando di farsi del male.
I lavori che gli vengono assegnati vengono portati comunque a buon fine, ma deve essere monitorato e guidato dall’insegnante affinché li esegua nel modo corretto.
I momenti di scherzo o le battute che gli alti ragazzi si scambiano in modo sereno e rilassato, vengono considerati da lui come un affronto personale e sono oggetto di ripicca immediata.
A causa della sua disabilità nei laboratori di chimica sono sorte alcune difficoltà legate alla precisione che è necessario avere nelle misurazioni e nelle stime di alcuni parametri.
Per questo motivo le esperienze di laboratorio che è in grado di eseguire sono effettuate in gruppi, quelle che invece non è in grado di svolgere sono realizzate dalle insegnanti di sostegno separatamente dalla classe, utilizzando diverse tecnologie di supporto.

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