A scuola scandire non il tempo, ma i tempi

tfa sostegno 2019

Di Teresita Possidente

Il tempo dello stare a scuola è lo scandirsi di momenti in cui si incontrano: l’ascolto, la riflessione, la discussione, ma parallelamente la fantasia, il fare, il creare, lo sperimentare.

Un tempo che deve accogliere tutti e che per farlo deve declinarsi in più tempi, quelli che appartengono ad ogni alunno che in esso definiscono il personale spazio del sentire, del percepire, dell’elaborare e del proprio saper fare.

Nel tempo vissuto da ogni allievo a scuola c’è il proprio tempo, quello che ogni docente dovrebbe imparare a decifrare, ad interpretare e a far scandire, senza la fretta del dire o dell’universalizzare, ma con la cura del saper scegliere, guidare percepire e lasciar fare.

La scuola, come il tempo, non può che essere cadenzata al plurale, perché è fatta di tante piccole grandi identità, piccoli grandi bisogni, piccoli grandi significati che si danno e si ricevono.

Proprio qui conta il come, non il quanto, perché quel tempo di cui si parlava all’inizio, non può essere quello semplicemente riempito o rincorso, ma dovrà essere quello del ritmare al battito di tanti cuori, di tante intelligenze, di tante abilità, ognuna con le sue sfaccettature, ognuna con le sue inclinazioni.

A ciascuno il suo ritmo e il suo fare, per poter raggiungere il saper fare, in un tempo che sappia sempre andare a tempo con le sensibilità e le identità che incontriamo tra i banchi, perché in ciascuno essi c’è un universo, singolare e prezioso da dover curare nel tempo e con il tempo.

CONSIGLIAMO

La guida per compilare del PEI con ICF

About the Author

Insegnanti di Sostegno
Il portale degli insegnanti di sostegno

Be the first to comment on "A scuola scandire non il tempo, ma i tempi"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*