PROGETTO DI VITA: qual è il ruolo del docente di sostegno?

progetto di vita per i disabili

I ragazzi con disabilità sono tendenzialmente trattati come eterni bambini, questo accade perchè si pensa a loro come a persone che più degli altri hanno bisogno di essere sostenuti perchè più fragili.
Invece come tutti gli adolescenti e forse ancor di più, questi ragazzi, hanno bisogno di avere obbiettivi ben precisi, un progetto vero e proprio per la loro vita, per il loro futuro, per poter come tutti gli altri godere a pieno di quelli che sono i propri diritti all’interno della società.
Come docenti di sostegno abbiamo quindi il dovere di pensare alla loro vita in prospettiva, orientando le scelte educative e quelle pedagogico-didattiche in funzione del raggiungimento dell’ autonomia personale e sociale. Il percorso è sicuramente complesso che e ci farà incontrare delle difficolta, ma è proprio di fronte a queste che non bisogna arrendersi.
In questo percorso è importante che tutti gli operatori collaborino con i genitori, questi sono indubbiamente gli attori principali del progetto di vita. Vi è una citazione di Claudio Imprudente che rende l’idea dell’importanza dei genitori nel progetto di vita: “La speranza dei genitori è l’anima del progetto di vita, del “pensami adulto”…è importante che i genitori, tutti
i genitori, non prendano il posto dei loro figli affinché questi possano maturare responsabilmente”.
Riziero Zucchi approfondisce il discorso dicendo: “Diventare una persona adulta significa acquisire un’ identità e soprattutto riconoscerla e accettarla. Questo non passa attraverso un’ attività singola, legata all’individuo, ma si realizza attraverso un’ azione sociale. Io mi riconosco negli altri attraverso gli altri. E gli altri, nel momento più difficile e delicato della crescita,
sono i genitori… Il figlio ha necessità di sentirsi il più bello, l’unico al mondo, ed è una possibilità irripetibile per accettarsi. Da questo riconoscimento si sviluppano qualità che formano la persona e più saranno fondate sull’accettazione dei genitori, maggiore sarà la sicurezza nella persona”.
Altro ruolo importante e decisivo è quello della scuola e degli insegnanti, soprattutto quello dell’insegnante di Sostegno che con le sue scelte può indirizzare da una parte o dall’altra.
Il docente di sostegno ha un ruolo di raccordo tra tutte le figure che ruotano intorno all’allievo. Il docente specializzato inoltre deve coordinare tutte le figure a intese, alleanze, obiettivi condivisi a breve e medio termine che tutelino la persona nella sua interezza, alla luce del concetto di benessere e di “Qualità della Vita” definito dall’OMS,che va sempre inteso incrementabile, e mai raggiunto in modo definitivo.
La costruzione di un progetto di vita è frutto di atteggiamenti concordi tra le persone, con ruoli diversi, che vengono coinvolte ad
agire in rete e di questa rete infittiscono via via la trama con l’annodarsi delle loro rispettive iniziative educative.
Non è la presenza di un insegnante meraviglioso, di genitori adorabili, di uno psicologo geniale che fanno la fortuna di un allievo, se
queste persone non riescono ad accordarsi su un progetto condiviso.
Possono invece essere determinanti un insegnante, una famiglia e uno psicologo “sufficientemente buoni”, ma che riescono a parlarsi e
a intendersi fino a diventare uno specchio identitario per il ragazzo.
Alla luce di attente osservazioni, è necessario che l’insegnante di sostegno agisca, nel contesto scolastico, per orientare il Consiglio di classe nella definizione di obiettivi finalizzati all’ acquisizione delle competenze nell’ autonomia personale e sociale dell’ allievo, per il suo futuro inserimento nel contesto sociale e lavorativo.
Lo strumento ufficiale in ambito scolastico in cui avviene la predisposizione di questi obiettivi formativi è essenzialmente il Piano Educativo Individualizzato (PEI), la cui formulazione coinvolge l’allievo, la famiglia, i docenti e gli operatori socio-sanitari.
Il percorso scolastico progettato per un allievo dovrà proporsi di potenziare la presa di coscienza di sé come individuo in grado di stare
con gli altri e di prendere decisioni autonome in previsione di un futuro in autonomia. Gli obiettivi didattici e formativi saranno allora utilizzati come strumento per raggiungere graduali progressi nell’area dell’autonomia. L’insegnante di sostegno deve necessariamente mettere in atto la sua professionalità per favorire lo sviluppo dell’autonomia nell’allievo con disabilità.
Le competenze per lo sviluppo dell’autonomia dell’alunno devono essere attivate dai docenti di tutte le discipline che compongono il
Consiglio di classe, in collaborazione con l’insegnante di sostegno, che assume così il suo autentico ruolo di docente-mediatore e non di
unico assegnatario dell’alunno con disabilità.
In presenza di alunni con difficoltà di apprendimento e di disabilità,tutti docenti sono tenuti a mettere in atto un complesso di azioni e di interventi nella classe e per tutta la classe, che non si esauriscono con azioni di recupero, ma costituiscono una modificazione della organizzazione didattica e metodologica che incide sulla programmazione.

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