Deficit attentivo e iperattività, la classificazione diagnostica

immagine della diagnosi DSA

 

LA CLASSIFICAZIONE DIAGNOSTICA

Una corretta definizione per il disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività è: livello inadeguato di attenzione e/o iperattività-impulsività rispetto allo stadio di sviluppo ad esordio prima dei sette anni di età.

La disattenzione, l’iperattività e l’impulsività sono comunemente noti come i sintomi chiave di questa sindrome e devono essere presenti in diversi contesti.

I due maggiori sistemi di classificazioni impiegati sono costituiti da ICD-10 ed DSM-IV (elaborato dall’Associazione Americana degli Psichiatri- APA). Vi sono differenze ed analogie di impostazione tra i due sistemi:

L’ICD-10 privilegia un approccio diagnostico caratterizzato dalla ricognizione di pattern e caratteristiche descrittive del disturbo, per cui viene incoraggiata la selezione di una diagnosi che si avvicini il più possibile al quadro proposto, assumendo che le differenze siano dovute alla variazione dallo schema tipico. Quando c’è una buona evidenza della validità di condizioni in comorbidità, l’ICD già le considera in un unico codice diagnostico (Es.: disturbo ipercinetico della condotta).

Nella formulazione della diagnosi il DSM-IV tiene conto della presenza di un certo numero di sintomi contenuti all’interno di una lista. Secondo questo approccio, quando i sintomi sono comuni a 2 o più disturbi, si incoraggia la selezione di tante diagnosi quante ne permettono i criteri diagnostici.

Con il tempo, questi due sistemi di classificazione internazionali si sono avvicinati ma, nonostante le rispettive definizioni di ADHD (DSM-IV) e DDAI (ICD-10) siano molto più simili, rimangono ancora delle differenze: la classificazione ICD-10 riconosce solo la combinazione di sintomi di deficit di attenzione e iperattività/impulsività; la classificazione DSM-IV riconosce tre sottotipi in base al grado di inattenzione e/o iperattività/impulsività riscontrati; l’ICD-10 riconosce una diagnosi di categoria separata di “disturbo ipercinetico della condotta” nel caso si riscontrino i sintomi generali di disturbo della condotta con la contemporanea presenza dei sintomi di disturbo ipercinetico (il DSM-IV diagnosticherebbe un disturbo della condotta in comorbidità).

La conseguenza di tali differenze è che i casi definiti secondo i criteri ICD-10 sono più puri, più gravi e in numero minore (l’incidenza del disturbo definito tramite ICD 10 viene calcolata nel 1-2 % dei bambini in età scolare).

Nel sistema di classificazione internazionale ICD 10, il paragrafo “Sindromi ipercinetiche – F90” è nel capitolo “Sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza”.

Le UONPIA della Regione Emilia-Romagna adottano per la classificazione diagnostica l’ICD 10 al quale si fa riferimento quindi anche per la diagnosi di questo disturbo, utilizzando i seguenti codici:
F90. 0: Disturbo combinato di Disattenzione e Iperattività;
F90. 1 : Disturbo ipercinetico della Condotta.

Si riportano di seguito le direttive diagnostiche definite nell’ICD 10

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