Autonomia di alunno ipovedente e con sindrome di down, esempio di descrizione

immagine di un alunno disabile

L’allievo ha 22 anni, frequenta la classe quinta, ha una certificazione con diagnosi funzionale F.80 (sindrome down) , è affetto da una grave miopia che riduce fortemente il campo visivo ed è bene che sia seguito da un adulto. L’allievo continua lentamente a progredire nella sua maturazione personale e sociale. Ѐ sicuro di sé, disinvolto delle relazioni con gli adulti, aperto anche verso i coetanei, estremamente sensibile di fronte a situazioni di insicurezza e frustrazione, tende a chiudersi. Per risolvere tali situazioni in modo costruttivo necessita della mediazione di una figura adulta di riferimento.

L’alunno si muove con disinvoltura all’interno dell’edificio scolastico. Si muove in autonomia, mangia, beve, sa allacciarsi le scarpe con la chiusura a velcro, sa usare cerniere e bottoni grossi, utilizza i servizi da solo, ma queste azioni necessitano di una supervisione al fine di rassicuralo, poiché il subentrare di banali problemi, lo colgono impreparato e incapace di trovare una soluzione. Oltre ai docenti, opera nella scuola un assistente alla persona con più alunni disabili, che lo accudisce per gli spostamenti previsti dalle attività didattiche, per i suoi bisogni fisiologici e per gli spazi di contenimento emotivo fuori dalla classe.

Tiene con ordine il proprio materiale scolastico riponendo al proprio posto al termine dell’attività. Durante i compiti scolastici necessita di continui rinforzi, rassicurazioni, elogi e della vicinanza di una persona adulta, non lavora e non porta a termine i lavori se non è continuamente rassicurato e direttamente seguito. Negli spostamenti esterni alla scuola lo studente non è autonomo e deve pertanto essere guidato e accompagnato negli attraversamenti a causa delle sue limitate capacità visive e incapacità di orientarsi.

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