ICF – I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO

bambino iperattivo

Disturbi altamente correlati tra di loro e caratterizzati dalla presenza di sintomi nella sfera dell’attenzione e del comportamento.
DSM IV (APA, 1994)
Disturbi da deficit di attenzione e da comportamento dirompente
ICD-10 (WHO, 1992)
Sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza

Disturbi da deficit di attenzione/iperattività
Disturbo della condotta
Disturbo oppositivo provocatorio
Disturbi misti della condotta e della sfera emozionale

Disturbi da deficit di attenzione e da comportamento dirompente DSM IV

Criteri

A. Presenza di sintomi di disattenzione o di sintomi di iperattività/impulsività
B. Alcuni dei sintomi erano presenti prima dei sette anni di età
C. Manifestazioni dei sintomi in due o più contesti
D. Evidente compromissioni del funzionamento sociale, scolastico, lavorativo
E. Diagnosi differenziale (ades. Con il Disturbo bipolare negli adolescenti)
Sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza. ICD-10

SINDROMI IPERCINETICHE (F90)
Contemporanea presenza di 6 sintomi di inattenzione / 3 di iperattività/1 di impulsività

EPIDEMIOLOGIA

L’incidenza del disturbo nella popolazione è abbastanza controversa a causa dei diversi criteri diagnostici usati.
La prevalenza scolare varia dall’1% al 20%.

Dati epidemiologici relativi all’italia:
6/7 anni cr. 7% – rapporto maschi e femmine 3:1
Nelgli adolescenti l’incidenza di tutti i disturbi mentali è pari all’8,2% e dei disturbi esternalizzanti è del 1,2%

DECORSO E SVILUPPI

Variabilità degli esiti. Le manifestazioni del disturbo spesso persistono nell’adolescenza e nell’età adulta.
Sebbene l’iperattività motoria possa scomparire con l’entrata nell’adolescenza, c’è una forte probabilità che le difficoltà attentive, problemi di relazione con i pari, problemi scolastici e sequele psicologiche persistano nelle età successive.
In adolescenza più dei 2/3 continuano ad avare il disturbo
¼ -1/2 dei soggetti presentano disturbi antisociali e abuso di sostanze
Diffuse le manifestazioni cognitive e i fallimenti scolastici
Minoranza dei casi con remissione della malattia

Manifestazioni in base all’età

Primi tre anni di vita
Variazioni temperamentali
Disturbi della regolazione
Difficoltà di adattamento
Aspetti relativi alla reciproca influenza tra tratti temperamentali del bambino e caratteristiche/stili di accudimento del genitore

Scuola secondaria

Fa interventi poco opportuni durante le lezioni, a volte cerca di fare lo spiritoso (contrastare immagine negativa di sé, aspetti depressivi).
Dimentica il materiale, non svolge i compiti, nel diario non scrive tutto, i quaderni sono disordinati, il banco anche.
Difficoltà a strutturare una gerarchia di informazioni
Scarso sforzo che investe nello studio, ma anche da uno stile cognitivo poco strategico e poco capace di organizzare le informazioni in memoria.
Non ha tanti amici.
Sembra svogliato, immaturo, potrebbe fare di più, non si impegna abbastanza.
Gli insegnanti giungono alla conclusione che forse bocciarlo possa fargli capire la lezione.

Cause e fattori associati

Fattori genetici determinano la predisposizione per il disturbo.
L’attivazione di tale predisposizione è modulata anche da fattori ambientali.

N.B. Alcuni fattori sembrano predisporre (sono predittivi di…) a più quadri clinici.

L’interpretazione del disturbo

  1. Deficit delle funzioni esecutive/autoregolazione
    L’insieme dei processi cognitivi alla base dei comportamenti finalizzati complessi (regolazione cognitiva | pianificazione, processi decisionali, correzione degli errori, produzione di risposte nuove e non del tutto apprese).

Una serie di capacità che supportano il soggetto ogni qual volta si trovi in una situazione nuova o complessa, in cui non è conveniente agire d’impulso né utilizzare gli automatismi appresi.

Rientrano sotto il dominio Funzioni Esecutive:
INIBIZIONE ci consente di frenare gli impulsi e non farci catturare da stimoli irrilevanti (ad es., rispettare il proprio turno, non interrompere gli altri);
MEMORIA DI LAVORO ci permette di tenere le informazioni a mente ed elaborarle (ad es., tenere a mente le istruzioni ricevute mentre si esegue un compito o ricordare le regole di un gioco mentre lo si esegue);
FLESSIBILITÀ COGNITIVA ci consente di passare efficacemente da un compito a un altro, senza perseverare con un’azione, quando questa non è più utile al nostro obiettivo.

  1. Deficit a livello motivazionale
    Ridotta capacità di attendere per una gratificazione e rinviare il momento della ricompensa.
  2. Deficit nell’elaborazione temporale

L’attività di percepire e rappresentare il tempo necessaria a organizzare le sequenze di eventi e azioni.
Spiegherebbe l’impulsività come una difficoltà a produrre risposte motorie in accordo con le corrette aspettative temporali.

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