La disabilità attraverso la letteratura: “Rosso Malpelo” di G. Verga

la disabilità nella letteratura

Analisi del brano letterario, Ranocchio il protagonista

Caratteristiche fisiche: Il ragazzo a seguito di un incidente sul lavoro che gli causò la frattura del femore presenta difficoltà motorie. Il suo andare “ in modo che sembrava ballasse la tarantella “ evidenzia l’instabilità nel camminare da cui il soprannome “Ranocchio”...

Notizie anagrafiche: Nella narrazione non si evince l’età del protagonista nè la sua provenienza nè il nome, infatti Ranocchio è un soprannome . La sua giovane età, comunque traspare nel testo attraverso due aggettivi che lo definiscono “ragazzetto”, “pulcino”, e dal ruolo che si è ritagliato Malpelo, quale quello di istitutore che cerca di insegnare a chi è più giovane di lui come affrontare determinate situazioni e come imparare a diventare più forti. Leggendo il brano si deduce che Ranocchio appartiene ad una famiglia di estrazione sicuramente povera ma basata su sani fondamenti educativi e religiosi.

Caratteristiche psicologiche e comportamentali: dalla narrazione della novella si deduce che Ranocchio è un ragazzo debole che non riesce a reagire alle “cattiverie” dei suoi colleghi di lavoro; è una vittima delle disumane condizioni di lavoro a cui i ragazzi siciliani sono costretti; è un ragazzo sensibile che non riesce a far male a una mosca, neanche all’asino che utilizza nella miniera per trasportare il materiale quando si rifiuta di collaborare. Crede nella giustizia divina e nei valori dell’onestà e della bontà. Il ragazzo non si vergogna della sua diversità, come gli altri “lavorando sotto terra, così ranocchio com’era, il suo pane se lo buscava.

Caratteristiche sociali: Ranocchio è un ragazzo che non viene accettato per la sua malformazione fisica, tanto che tutti i suoi compagni di lavoro si permettono di insultarlo e di fargli notare ancora di più che è “diverso”. L’unico che lo accetta è Malpelo, un altro personaggio della cava, che lo picchia e lo tormenta per spingerlo a ribellarsi e per fargli capire ciò che egli stesso ha capito con la morte del padre, e cioè la dura legge che governa la loro vita.

Caratteristiche ideologiche: come tutte le novelle che fanno parte del ciclo “La vita dei campi”, anche questa, parla dello sfruttamento minorile. E’ la descrizione della vita semplice di un minorenne siciliano, che ha un carattere ruvido come la terra in cui vive, quasi fosse egli stesso parte della natura che lo circonda e avesse le caratteristiche degli animali.

Considerazioni conclusive: dall’analisi del personaggio Ranocchio emerge un ragazzo avente un handicap fisico, che anziché essere integrato viene emarginato dal contesto sociale. Questo, sicuramente ha influito sulla personalità di Ranocchio che è diventato più pauroso e debole: non reagisce ai comportamenti ingiusti sia di Malpelo che dei lavoratori della cava. Oggi la situazione dei ragazzi handicap non è più, a mio avviso quella di Ranocchio, in quanto, nella maggior parte dei casi, sono sostenuti dai genitori, dagli insegnanti e anche dai loro compagni che hanno iniziato ad accettarli e a non farli sentire diversi. Sicuramente non esiste più , almeno in Europa lo sfruttamento minorile che sottopone questi ragazzi alle angherie più disparate.

Il minore diversamente abile, a modo suo, con i suoi limiti e le sue difficoltà, “sa” molte cose, ha esperienza del proprio corpo, della realtà che lo circonda e ha delle modalità personali di comprensione dell’ambiente, di sé e degli altri, oltre che proprie modalità di comunicazione.

A volte ciò è sottovalutato o non preso nella dovuta considerazione, l’attenzione cioè è posta solo su quello che il bambino/ragazzo non può essere o non può fare rispetto ai canoni di normalità.

La scuola, in quanto sistema di relazioni, ha in sé, soprattutto per i minori diversamente abili, enormi potenzialità, basti pensare come la collaborazione, il confronto, l’interazione, gli obiettivi comuni tra le diverse figure professionali possono, se in sinergia e nel rispetto delle specifiche competenze, trovare e sviluppare le strategie migliori per permettere al bambino/ragazzo di crescere nella sua diversità, stimolando e attivando in lui la maggiore autonomia possibile. Il processo educativo scolastico a differenza di qualsiasi forma di istruzione, in cui si privilegia l’aspetto informativo, richiede la relazione tra le persone, e non una relazione qualsiasi, ma un rapporto segnato dalla fiducia.

L’educatore è chiamato a riconoscere e ad ascoltare con particolare attenzione i sentimenti che ciascun minore prova e sperimenta, ad amplificarli, a dar loro voce, a completarli e, se possibile, ad attribuire loro un significato, salvaguardando così la comunicazione con il gruppo per favorire una reale integrazione.


Le classi integrate arricchiscono ogni alunno dando loro l’opportunità di imparare dagli altri, di occuparsi degli altri e di acquisire abilità e valori necessari per sviluppare l’
autostima e il rispetto di sé e degli altri.


I minori che convivono in classe con compagni disabili elaborano una maggiore maturità sul piano emotivo e cognitivo. Per i soggetti disabili, viceversa, stare con i compagni “normodotati”, aumenta la voglia di fare, di imitare, di emulare e quindi di “imparare”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *