Come deve comportarsi il docente di sostegno che incontra per la prima volta l’allievo autistico che seguirà per la prima volta?
I nostri consigli sintetici, parlando in prima persona:
1. Prima dell’incontro
Informarmi: raccoglierei tutte le informazioni possibili da famiglia, specialisti e insegnanti curricolari (interessi, difficoltà, modalità comunicative già usate – ad esempio PECS, tablet, gesti, sguardi).
Preparare l’ambiente: uno spazio tranquillo, senza troppi stimoli, con materiali che potrebbero piacergli o rassicurarlo.
2. Primo contatto
Rispetto dei tempi: non lo sommergerei di parole o richieste. Mi farei vedere, restando calmo, disponibile, con postura accogliente.
Comunicazione non verbale: sorriso, tono di voce basso, gesti semplici. Lascerei che sia lui a “decidere” la distanza e l’interazione.
Osservazione: studierei come reagisce, cosa guarda, se manifesta interesse per oggetti, giochi o attività.
3. Creare fiducia
Proporre interessi: se so che ama, ad esempio, puzzle, musica o costruzioni, glieli offrirei come canale per stabilire contatto.
Routine rassicuranti: mostrargli visivamente (con immagini o pittogrammi) come sarà il tempo insieme, per ridurre l’ansia da imprevisto.
Rispecchiamento: se fa un gesto o suono, cercherei di rispondere in modo rispettoso, per fargli capire che lo considero e comunico con lui.
4. Avvio della comunicazione
Supporti visivi: immagini, simboli, gesti, eventualmente tablet con CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa).
Scelte semplici: ad esempio offrirgli due carte con immagini (acqua o succo), per farlo sentire competente e ascoltato.
Attendere la risposta: senza fretta, rispettando i suoi tempi di elaborazione.
5. Obiettivo del primo incontro
Non è “fare lezione” né “insegnare subito qualcosa”, ma:
fargli percepire che sono una presenza sicura, calma e rispettosa,
iniziare a costruire una relazione di fiducia,
capire i suoi segnali comunicativi, verbali o non verbali.
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